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Tecnocapitalismo - Oligopoli e Bene Comune - Pd Togliatti Subaugusta

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Circolo Togliatti-Subaugusta
Pd Roma - VII Municipio
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Tecnocapitalismo
Tecnocapitalismo e democrazia sotto assedio
 
La nuova oligarchia digitale, il declino della sovranità e la necessità di una sinistra radicale: un saggio su Loretta Napoleoni e il suo grido d'allarme contro i baroni del XXI secolo.

 
Economista di fama internazionale, Loretta Napoleoni ha dedicato la propria carriera a indagare i meccanismi opachi del potere economico globale. Laureata a Roma, perfezionata alla London School of Economics e alla Johns Hopkins University, ha collaborato con istituzioni finanziarie di primissimo piano e si è distinta per la sua capacità di leggere con lucidità i processi di finanziarizzazione dell'economia, le derive del terrorismo economico, le intersezioni tra politica e denaro. Con "Tecnocapitalismo. L’ascesa dei nuovi oligarchi e la lotta per il bene comune" prosegue la sua lunga esplorazione critica dei rapporti di forza che governano il nostro tempo.
 
Il titolo italiano, in linea con l'originale inglese "Technocapitalism. The Rise of the New Robber Barons and the Fight for the Common Good", traduce bene l'impianto generale dell'opera, pur smussando, nella scelta di "nuovi oligarchi", la carica iconoclasta insita nell'espressione "Robber Barons". Quest'ultima è carica di storia: negli Stati Uniti della seconda metà dell'Ottocento, i "baroni ladri" erano i magnati industriali che, tra ferrovie e acciaierie, avevano costruito fortune smisurate, spesso a scapito del bene pubblico, della concorrenza leale e della giustizia sociale. Non è un richiamo casuale. Come allora, anche oggi la concentrazione di potere nelle mani di pochi è una minaccia per l'equilibrio delle democrazie, che rischiano di essere svuotate dall'interno mentre il capitale tecnologico costruisce nuovi feudi digitali.
 
La narrazione di Napoleoni si apre come un sipario che svela un paesaggio inquieto: il nostro "Futuro Presente" è un tempo accelerato, dove l'innovazione tecnologica travolge ogni punto di riferimento. In questo scenario prende corpo il racconto della nascita del movimento Cypherpunk, un'avanguardia di matematici e libertari che, negli anni Novanta, sognavano di strappare alla sorveglianza statale il dominio sui dati personali. Era l'utopia di una libertà matematica, di una società costruita sull'anonimato crittografico.
 
Su questo terreno fertile germoglia il Bitcoin, un esperimento rivoluzionario che Napoleoni racconta con acume, evidenziando come la nuova moneta digitale promettesse un'ancora di salvezza dalla manipolazione politica delle valute tradizionali. Ma ciò che nasceva come strumento di emancipazione viene presto risucchiato in un vortice di speculazione, mentre la criptosfera, dominata da figure ambigue come Sam Bankman-Fried, si trasforma in una distopia dorata, alimentando nuovi abissi di diseguaglianza.
 
Attraverso la lente lucida dell'autrice, entriamo nel mondo degli NFT, espressione massima della società della scarsità artificiale. Invece di democratizzare l'accesso alla cultura, questi certificati digitali diventano il simbolo di una nuova aristocrazia finanziaria che compra e vende l'illusione di possedere l'intangibile.
 
Con passo incalzante, Napoleoni ci conduce poi tra le macerie del tracollo finanziario del 2008, rivelando come la crisi non sia stata una catastrofe naturale, ma il risultato della voracità incontrollata del capitale. Da questa crisi emerge una nuova ortodossia, la Modern Monetary Theory, che pure, senza correttivi redistributivi, rischia di perpetuare il ciclo di concentrazione e impoverimento.
 
In un crescendo narrativo, l'autrice disegna i ritratti dei Tecnotitani: Musk, Bezos, Zuckerberg. Non eroi della modernità, ma oligarchi digitali che plasmano a loro piacimento l'economia, la politica, la società. La sovranità degli Stati-nazione si sfarina sotto i colpi di piattaforme che governano la nostra identità e i nostri desideri, mentre il mercato si fa sempre più dominio privato.
 
E se la finanza sembra mutare volto, trasformandosi in un videogioco per pochi eletti, è solo perché i meccanismi speculativi sono ormai totalmente gamificati, annullando la distinzione tra investimento e azzardo. Wall Street stessa appare assediata da nuove ondate di finanza selvaggia, dove algoritmi e criptovalute si intrecciano in una danza vorticosa.
 
Napoleoni non risparmia nemmeno la narrazione ecologista: i crediti di carbonio, invece di rappresentare una svolta per il pianeta, vengono descritti come l'ennesima trovata finanziaria per proseguire un modello di crescita insostenibile sotto mentite spoglie.
 
Ma non è sulla Terra che i nuovi baroni vogliono fermarsi. L'autrice ci accompagna nello spazio, il nuovo eldorado dell'espansione capitalistica. Dietro i sogni di terraformazione e colonizzazione spaziale, si intravede la replica fedele di logiche predatorie già viste, ma ora proiettate oltre i confini del nostro pianeta.
 
Epilogando con grande forza visionaria, Napoleoni richiama alla necessità urgente di una nuova coscienza collettiva, di un risveglio democratico che rivendichi la tecnologia come bene comune e non come strumento di dominio oligarchico. La sfida è epocale: senza un intervento politico forte, progressista e orientato alla giustizia sociale, il Tecnocapitalismo renderà irrilevanti le istituzioni della democrazia moderna.
 
Questa chiamata all'azione non può non riverberarsi anche sull'Italia e sull'Europa. Nel nostro Paese, la debolezza strutturale del sistema industriale e l'assenza di una politica industriale digitale accentuano il rischio di una colonizzazione tecnologica straniera. Le piattaforme digitali, ormai dominanti, dettano l'agenda economica e culturale, mentre una sinistra smarrita fatica a proporre un'alternativa credibile.
 
A livello europeo, la frammentazione delle politiche digitali e la sudditanza tecnologica rispetto agli Stati Uniti e alla Cina mostrano la necessità di un progetto comune di sovranità tecnologica. Serve un New Deal digitale che ponga al centro il lavoro, la redistribuzione, l'accesso universale alle nuove tecnologie come diritto fondamentale.
 
La sfida posta dal Tecnocapitalismo non è solo economica, ma squisitamente politica. Occorre una nuova stagione di impegno collettivo, capace di ridare senso al progetto europeo come baluardo contro le diseguaglianze, per una società più giusta, equa e realmente democratica. Solo così, come ammonisce Loretta Napoleoni, potremo strappare il futuro dalle mani dei nuovi baroni ladri del XXI secolo e restituirlo a chi ogni giorno, con il proprio lavoro, costruisce davvero il bene comune.

 
Intervista a Loretta Napoleoni
 
di Nicola Petruzzi
 
Ringrazio Loretta Napoleoni per aver accettato questo dialogo, che segue idealmente un percorso iniziato dieci anni fa. Nel 2014 ebbi l'onore di organizzare la presentazione del suo libro "Democrazia vendesi", edito da Rizzoli, presso la Sala Lucio Conte del V Municipio di Roma. Già allora Napoleoni ci metteva in guardia contro l'erosione progressiva della sovranità popolare sotto i colpi di un'economia finanziarizzata e opaca. Oggi, con "Tecnocapitalismo", il suo pensiero si fa ancora più attuale e urgente.
 
Nicola Petruzzi: Nel libro parli dell'emergere di una nuova classe dominante: i Tecnotitani. Ma in cosa differiscono, nel profondo, dai Robber Barons dell'Ottocento? C'è un salto qualitativo nel loro potere?
 
Loretta Napoleoni: La differenza principale è la pervasività del loro dominio. I Robber Barons del passato dominavano settori specifici, come le ferrovie o l'acciaio. I Tecnotitani, invece, modellano l'intero ecosistema sociale, dall'informazione alla finanza, dalla mobilità alla salute. In più, lo fanno attraverso strumenti che sfuggono alla percezione comune, come algoritmi, intelligenza artificiale e manipolazione dei dati. Il loro è un potere che si nasconde nella quotidianità.
 
Nicola Petruzzi: Una parte significativa del libro è dedicata alla trasformazione dello spazio in un nuovo fronte del capitalismo. Qual è il significato simbolico di questo passaggio?
 
Loretta Napoleoni: Lo spazio è la nuova frontiera del mito del progresso illimitato. Mentre sulla Terra si manifestano i limiti ecologici e sociali del nostro modello, l'espansione nello spazio è una fuga in avanti, un'illusione di salvezza. Ma se riproduciamo anche lì le stesse logiche predatorie, rischiamo solo di esportare i nostri fallimenti. È un avvertimento: senza una ridefinizione etica dello sviluppo, nemmeno l'infinito ci basterà.
 
Nicola Petruzzi: La tua analisi sembra richiedere una risposta politica radicale. Vedi nella sinistra europea, oggi, gli strumenti e il coraggio necessari a questa sfida?
 
Loretta Napoleoni: Purtroppo no. La sinistra ha rinunciato a pensare in grande, si è fatta spesso ancella della tecnocrazia o del moderatismo. Manca una visione capace di unire redistribuzione, ecologia, sovranità digitale. Serve un progetto politico che rimetta al centro il lavoro, la giustizia sociale, la partecipazione. Una sinistra moderna deve tornare a essere radicale, nel senso più alto del termine: andare alle radici dei problemi.
 
Nicola Petruzzi: Nel libro indichi con forza la necessità di una "nuova consapevolezza popolare". Come possiamo costruirla concretamente?
 
Loretta Napoleoni: Serve educazione, innanzitutto. Una formazione critica che parta dalle scuole, dalle università, ma anche dai media. E poi serve il coraggio di creare spazi di discussione pubblica: circoli, comunità, luoghi di resistenza culturale. Solo attraverso una rete diffusa possiamo contrastare l'egemonia culturale dei Tecnotitani.
 
Nicola Petruzzi: Infine, una domanda personale. Dopo anni di ricerca e denuncia, dove trovi oggi la speranza?
 
Loretta Napoleoni: La trovo nei giovani, nei movimenti per il clima, nelle lotte femministe, nei percorsi di mutualismo che emergono in tante città. La trovo nelle piccole disobbedienze quotidiane che rompono l'indifferenza. Finché esiste la capacità di indignarsi, esiste anche la possibilità di cambiare.
 
L'intervista a Loretta Napoleoni conferma con forza la lucidità della sua analisi e la profondità della sua visione. In un tempo in cui le grandi narrazioni sembrano appannate e la politica si muove spesso in un orizzonte ristretto, la sua voce rappresenta un richiamo necessario a rimettere al centro il conflitto, l’uguaglianza e la partecipazione popolare. Proprio per questo, abbiamo voluto organizzare un momento di incontro e discussione pubblica intorno al suo ultimo lavoro: Tecnocapitalismo. L'appuntamento è per martedì 13 maggio 2025, a Roma, presso il Circolo del Partito Democratico Togliatti Subaugusta, in via Giuseppe Chiovenda 64.
 
Sarà l’occasione per dialogare direttamente con l’autrice, porre domande, condividere riflessioni e – come lei stessa auspica – costruire un tassello di quella nuova consapevolezza collettiva di cui abbiamo un bisogno vitale. A nome del Circolo e dei partecipanti, rivolgo a Loretta Napoleoni un sentito ringraziamento per la sua generosità, per la sua instancabile attività di ricerca e per il coraggio di denunciare con chiarezza ciò che molti preferiscono non vedere.
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